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Raffaele Bovenzi
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GALLERIA PRINCIPE UMBERTO I - NAPOLI
La galleria Umberto I è una galleria commerciale costruita a Napoli tra il 1887 e il 1890. È dedicata a Umberto I d'Italia, come omaggio al Re e in ricordo della sua generosa presenza durante l'epidemia di colera del 1884, che mostrò l'esigenza di un "Risanamento" della città.
Ammirando la maestosità della Galleria Umberto I di Napoli riesce difficile credere che sia stata edificata in soli 3 anni. Iniziata nel 1887 e terminata nel 1890, venne costruita negli stessi anni in cui, a Parigi, Gustave Eiffel realizzava la sua famosa Torre Eiffel. La Galleria Umberto I di Napoli non aveva nulla da invidiare al monumento con cui rivaleggiava per bellezza e complessità della struttura. I numeri di questa costruzione facevano girare la testa: lunghezza massima 147 metri, larghezza 15, altezza 34 e mezzo, il vertice della cupola a 57 metri. In poco tempo la Galleria divenne il centro “mondano” di Napoli, anche grazie alla vicinanza ai luoghi più importanti della città.
Tutte le strade portano in Galleria
La Galleria Umberto I ha 4 ingressi: Via Toledo, Via Santa Brigida, Via San Carlo e Vico Rotto San Carlo. L’ingresso principale si apre su Via San Carlo ed è composto da una facciata ad esedra che in basso è costituita da un porticato retto da colonne di travertino e da due archi ciechi, uno immette alla galleria e l’altro all’ambulacro. Sulle colonne poste ai lati dell’arco di sinistra sono rappresentate in marmo le quattro parti del mondo.
La Galleria
La galleria Umberto I è una monumentale galleria commerciale edificata tra il 1887 ed il 1890 per volontà del re Umberto I, due anni dopo l’approvazione della Legge per il Risanamento della città di Napoli. La Galleria fu la sede storica della loggia massonica Grande Oriente d’Italia, così come rappresentato dalla Stella di Davide che domina il tamburo della cupola.
Nella splendida galleria, accessibile attraverso quattro ingressi di cui il principale affaccia sul teatro di San Carlo, hanno lavorato per più di 50 anni gli sciuscià, i lustrascarpe della città, dei quali ad oggi soltanto uno ne perpetua la tradizione.