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Raffaele Bovenzi

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LA MIA NAPOLI

11-11-2020 14:21

RAFFAELE BOVENZI

NAPOLI,

LA MIA NAPOLI

Napoli un città, mille contraddizioni

La mia Napoli è come il film "La mia Africa". 

Così come una volta conosciuta l'Africa essa vi resta nel cuore, così Napoli, se riuscite a conoscerla bene, vi resterà per sempre nel cuore e nella mente.

Ho detto se riuscite  a conoscerla veramente, ossia se vi togliete di dosso tutti gli stereotipi che ci sono in giro, e se riuscite a setacciare i napoletani "veraci" da quella poca feccia che purtroppo inquina l'azzurro del mare e del cielo.

La Napoli vera non è quella dei film di "camorra" non è quella che spesso è sulle prime pagine dei tg, la Napoli vera è quella che incontrerete per strada, nei vicoli dove vi dicono di non andare perchè vi "scippano" la borsa.

Forse sarà vero forse capiterà pure, ma non sarà ne più nemmeno di ciò che accade nelle altre città, densamente abitate e con un indice di povertà che fa paura; solo che è facile parlare degli scippi di Napoli piuttosto dei furti alla stazione Termini di Roma o a Milano o nel resto d'Europa.

I napoletani lo sanno, non camminano con le collane d'oro e i Rolex al polso, i napoletani lo sanno, ed anche i turisti dovrebbero saperlo.

L'occasione fa l'uomo ladro e l'uomo napoletano non è diverso dagli altri uomini ladri sparsi nel mondo.

La Napoli che potrete trovare sarà quella dei sapori e degli odori quella del folclore e della solidarietà, e anche se troverete qualche sacchetto di spazzatura non fate di ogni erba un fascio, per un napoletano scostumato ( ma sarei più propenso a definirlo ignorante: ignora il danno che fa a se stesso e ai suoi figli) ce ne sono altri mille corretti e ligi al dovere.

Il DOVERE, un altro falso mito sui napoletani; vengono spesso definiti sfaticati, assenteisti; è vero, sono SFATICATI per assenza di FATICA, assenza di lavoro, quello ufficiale, quello con il contratto e i contributi.

Invece Napoli ha il primato di lavoratori a nero,  non per scelta loro, ma per BISOGNO. Cattivi e disonesti imprenditori per evadere le tasse pretendono questo: prendere o lasciare.

Il "pesce "fete" d'a' capa" il pesce puzza dalla testa, cita un proverbio, ed è così, ma la testa non è quella degli imprenditori disonesti, ma quella dei controllori del controllo degli addetti al controllo sul lavoro, sulla sanità, sulla spazzatura, sulla pulizia delle strade, sugli scippi, su tutte le piccole "disobbedienze" al codice che prese singolarmente sono un granello, ma tanti granelli fanno una sabbia che poi il vento delle maldicenze sparge in giro e che annebbia il sole nel cielo azzurro che illumina il mare azzurro nell'azzurro dell'anima dei napoletani.

 

14 agosto 2020

© Raffaele Bovenzi