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Raffaele Bovenzi

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CASA MIA

12-11-2020 17:08

RAFFAELE BOVENZI

SOCIAL,

CASA MIA

La seconda casa dove ho vissuto.

Questa la veduta dal balcone della casa di Materdei dove ho abitato per anni.Gli anni della fanciuellezza, gli anni più belli che un giovane possa ricordare alla propria memoria.Dal ’60 al 71, undici anni, dalla scuola media al diploma, dalla fanciullezza alla maturità sono stati undici anni che non si dimenticano e che si portano con piacere nel cuore.I primi amici del rione, i primi amori i giorni sempre sereni e nuovi che quell’età ti dona hanno avuto per protagonista quella strada che vedete in questa fotografia.La ragazza del palazzo di fronte, della finestra accanto sono tutti racchiusi in questi pochi metri di strada.Nel palazzo di fronte sulla destra, l’amico con la chitarra con il quale ho formato il mio primo complessino, e sempre nello stesso palazzo al primo piano abitava un ragazzo che fortuna sua possedeva un “paperino” una sorta di “ciao” d’allora che era poco più di una bicicletta a mototre, ma che era tutto il nostro sogno.Inutile dire quanto era invidiato da noi questo ragazzo.Sempre in quel palazzo la ragazza dai capelli lunghi e neri oggetto delle mie prime attenzioni.Quando con fatica e fortuna riusci a scoprire il suo numero di telefono, quante volte lo composi e non appena sentivo la sua voce mi mancava il coraggio di dirle “ciao”.Poi dopo quando con la lingua in gola e col cuore che galoppava da solo riuscii a parlarle e cercai di conoscerla di strapparle un appuntamento la delusione del suo rifiuto fu grande.

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E impossibile farvi capire che cosa è stata materdei per me e che cosa e stato quel balcone dal quale è stata fatto questa foto.Fuori a quel balcone ho passato ore ed ore a guardare Marisa che faceva i servizi in casa e mi strizzava gli occhi.Pensate solo questo, Marisa è stata la prima ragazza che mi ha dato un appuntamento, la prima ragazza che ho abbracciato e baciato ed anche amato; anche se lei non si è mai innammorata di me perché ero un poco più piccolo di lei, diciamo che è stato quello che oggi diremmo un “flirt”.Non so se Marisa si ricirda di me, io di lei mi ricordo benissimo, forse il volto col passare degli anni mi si sta sbiadendo alla memoria, ma il suo profumo no, il sapore dei suoi baci e le sensazioni dei suoi abbracci mi sono tanto vivi nella mente che sembrano vissuti appena ieri.

(continua)